Una giornata in Val Biandino: 5 cose che dovresti sapere! (La quinta è la mia preferita)

Non puoi dire di essere stato in Valsassina se non sei andato in Val Biandino! Si, è così: io non mi sento a posto con la coscienza se non ci vado almeno una volta all’anno.

Ed in tutti questi anni ho imparato quali sono le 5 cose fondamentali che bisogna sapere su questa valle incantevole. Vuoi scoprirle? Partiamo!

ALT! Non vale saltare al 5^ punto per scoprire subito qual è la mia preferita!

Val Biandino - scritta
Val Biandino – scritta

1.Tutti possono arrivare in Val Biandino

La prima e, secondo me, fondamentale cosa da sapere sulla Val Biandino è questa: è accessibile a tutti.

Perchè per me è sempre importante questo tipo di informazione? Perchè voglio che chiunque legga i miei articoli non si senta “frenato” da alcun tipo di impedimento per raggiungere i posti di cui parlo. È bello sapere che non devi rinunciare a passare una giornata in un bel posto solo perchè hai dei bambini molto piccoli o difficoltà a camminare.

Ecco dunque la bella notizia: la Val Biandino è raggiungibile grazie ad un servizio navetta offerto dai rifugi tramite delle jeep. Di seguito troverai i contatti di ciascun rifugio per avere informazioni dettagliate.

Chi ha voglia di fare una bella camminata, invece, può arrivare in Biandino attraverso diversi itinerari. Io ho provato più volte quelli da Introbio e dall’Alpe Paglio, i più gettonati. Ancora non ho deciso quale dei due percorsi preferisco!

  • Da Introbio

La strada che sale da Introbio è comoda, piuttosto larga e nemmeno troppo ripida. La si percorre piacevolmente per 2 ore e mezza, arrivando alla Bocca di Biandino.

Si snoda tra i boschi, offrendo solo qualche scorcio sulle montagne circostanti. Durante il cammino puoi fare una pausa alla fontana di San Carlo, per bere un po’ di acqua freschissima.

Questo percorso mi piace perchè dopo la fatica e la camminata “chiusi” nel bosco, si arriva a vedere la valle aprirsi in tutta la sua meraviglia.

  • Da Paglio

Il sentiero che arriva da Paglio mi piace per il motivo opposto: è panoramica fin dal Pian delle Betulle. Dal Lares Brusaa e poi dalla Cima di Olino si ammirano le montagne e le valli circostanti; dopo un ultimo tratto in cresta, si scende in Val Biandino passando dal Rifugio Santa Rita.

Si cammina per circa 3 ore e mezza, senza affrontare salite particolarmente impegnative.

Qualche anno fa ho percorso l’anello, partendo da Paglio ed arrivando ad Introbio. Ho fatto tappa ai Rifugi “Santa Rita” e “Madonna della Neve” ed è stato magnifico. Ti suggerisco di provarlo!

Il Pizzo Tre Signori dalla Val Biandino
Il Pizzo Tre Signori dalla Val Biandino

2. Tutti i rifugi in Val Biandino

Se vai in Val Biandino senza passare una notte in un rifugio non potrai mai assaporare a fondo l’esperienza!

Il sole che tramonta, l’aria frizzante che ti invita a mettere un maglioncino anche in pieno luglio, la cena al calduccio di una stufa o di un camino, l’alba annunciata solo dal cinguettìo degli uccelli. Troppo poetico? Per me è l’equivalente del paradiso!

  • Rifugio Tavecchia

Uno dei due rifugi che si notano appena arrivati alla Bocca di Biandino è il Tavecchia. Nei mesi estivi è aperto tutti i giorni, mentre durante il resto dell’anno è aperto nei weekend ed il mercoledì.

Il rifugio è noto per le vicende dei partigiani durante la seconda guerra mondiale; dopo aver vissuto i suoi anni d’oro, venne chiuso nel 1995. Dal 2006, dopo essere stato ristrutturato, è stato nuovamente aperto in vista di un nuovo futuro di ospitalità ed accoglienza.

In particolare, ci sono diverse camere, matrimoniali e non, adatte anche ad ospitare gruppi.

La sala da pranzo può contenere fino a 100 persone; la cucina offre piatti tipici, portate gustose e torte invitanti.

Trovi tutte le informazioni su rifugiotavecchia.it

  • Rifugio Valbiandino

Questo è l’altro rifugio collocato proprio nei pressi della Bocca di Biandino. È stato aperto nel 2015, ma i gestori hanno alle spalle anni di esperienza presso il Rifugio Madonna della Neve, attualmente chiuso.

Dispone di 24 posti letto, è aperto tutto l’anno, eccetto Natale ed i lunedì.

La cucina è ottima ed è possibile prenotare anche per gruppi, eventi e matrimoni.

Il sito per avere le informazioni di contatto è valbiandino.jimdo.com

Contatta i rifugi Tavecchia e Valbiandino per prenotare la tua salita in jeep!

  • Santa Rita

Il Rifugio Santa Rita è raggiungibile salendo dalla Val Biandino percorrendo un sentiero di circa un’ora di cammino. Altrimenti ci si arriva dal Pian delle Betulle o da Premana. Si trova, infatti, presso il Passo delle Tre Croci, dove, a 2000 metri di altezza, Val Biandino e Valvarrone si incrociano.

Ricordo una cena al Rifugio Santa Rita: nello stesso momento, dalla sala da pranzo, si vedeva piovere con una certa violenza sulla Valvarrone, mentre la Val Biandino ancora non era coperta dalle nuvole. Poco dopo, si vedevano solo le nuvole scure e le gocce sui vetri. Davvero emozionante!

Su montagnelagodicomo.it troverai tutti i contatti utili.

  • Grassi

Il Rifugio Grassi è raggiungibile solo a piedi; è nel punto d’incontro tra le Orobie lecchesi, le Orobie bergamasche e le Orobie valtellinesi. Ci si arriva salendo da Introbio o dai Piani di Bobbio.

L’esperienza che si vive al Rifugio Grassi è quella della montagna autentica, grazie alla filosofia orgogliosamente portata avanti dai gestori.

I rifornimenti, che arrivano al rifugio esclusivamente a spalla o in elicottero, provengono tutti da fornitori locali ed agricoltori biologici.

Il rifugio è aperto tutto l’anno nei fine settimana, mentre in estate è aperto tutti i giorni. Ti consiglio davvero di inserirlo nella lista delle tue prossime mete perchè vale la pena toccare con mano l’entusiasmo e la passione dei gestori. Trovi tutto su rifugiograssi.it.

Santuario Madonna della Neve
Santuario Madonna della Neve

3. La festa della Val Biandino

La terza cosa che devi sapere sulla Val Biandino è che ogni anno, il 5 di agosto, si celebra la festa della Madonna della Neve. è davvero una giornata unica per visitare la valle ed assaporarne la storia e le tradizioni.

Due informazioni storiche

La chiesina di Biandino esiste dal 1665 circa: era stata costruita per consentire alle famiglie di pastori, che passavano l’estate sui monti con il bestiame, di partecipare alla messa. è dedicata alla Madonna della Neve, ma è nota a tutti come Madonna di Biandino.

Pensa che la processione del 5 agosto si svolge ogni anno dal 1836: in quell’anno il colera aveva toccato la Valsassina, mietendo diverse vittime nei vari paesini. Introbio fece appello alla misericordia della Madonna della Neve e fu preservata dalla malattia.

Da allora, il voto fatto dagli introbiesi è sempre stato rispettato, anche se non si sale più a piedi scalzi fino al santuario.

La festa oggi

La festa della Madonna di Biandino è la festa più importante per Introbio ed una delle più care a tutti i valsassinesi.

Dopo giorni passati ad addobbare le vie e tutta la mulattiera, già dal 4 agosto la gente raggiunge la Val Biandino per passare la notte nelle tende o nei rifugi. È bellissimo vedere i piccoli falò che si accendono la sera per aspettare il momento della festa!

Alle 5 del mattino del 5 agosto parte invece la tradizionale processione dalla chiesa di Introbio. Sono centinaia le persone che salgono a piedi fino alla Madonna di Biandino per celebrare la messa. Ed è sicuramente uno dei momenti migliori per vivere fino in fondo la cultura valsassinese.

Mucche in Val Biandino
Mucche in Val Biandino

4. Val Biandino, terra di alpeggi

Un’altra cosa che puoi fare per assaporare bene la Val Biandino è seguire per qualche momento la vita degli alpeggi.

Sulla Via del Bitto

La Val Biandino è da sempre luogo dedicato al pascolo del bestiame ed ancora oggi i pastori portano qui le loro mucche in estate.

Quello che non tutti sanno è che, fin da prima dei romani, la Val Biandino è uno dei punti cardini della Via del Bitto: era la via che collegava nel modo più rapido possibile la pianura brianzola alla Valtellina. Lungo questa “strada” sono passati mercanti, pellegrini, funzionari, soldati, barbari e pastori. Migliaia di pastori, che hanno portato al pascolo tra i vari alpeggi mucche e capre. Dal latte di questi capi è nato uno dei formaggi più noti della zona, il Bitto.

Oggi la Via del Bitto è una delle escursioni più importanti in termini di durata e di esperienza, sia dal punto di vista storico che naturalistico. Si tratta di circa 48 km che si snodano tra Val Troggia, Val Biandino, Valvarrone e Val Gerola. Parte dal centro di Introbio (ancora oggi è indicata con cippi antichissimi) ed arriva a Morbegno.

Ancora non l’ho provata, ma devo dire che mi affascina molto. Certo bisogna mettere in conto almeno un paio di giorni di cammino!

La vita negli alpeggi

Se dopo la salita in Val Biandino, un ricco pasto in un rifugio ed un po’ di pennichella sull’erba, vuoi fare due passi e magari hai anche dei bambini, come dicevo, la cosa migliore è osservare gli alpeggi e la vita del pascolo.

Le mucche salgono al pascolo all’inizio dell’estate, con una transumanza che parte da Pasturo. E per i mesi estivi si svolge la dura vita dei pastori, che alloggiano nelle baite.

Vuoi sapere a che ora si alzano al mattino? Beh, non si alzano al mattino: è ancora notte quando iniziano a lavorare. Sì, perchè alle 3.30 c’è la prima mungitura, poi bisogna metter via il latte e procedere con la preparazione del formaggio.

Intanto le mucche iniziano a pascolare e nella valle riecheggiano i campanacci. Di tanto in tanto, vengono spostate per trovare nuova erba.

Alle 14.30 la seconda mungitura, tutto ricomincia da capo. È davvero affascinante sentire le voci dei pastori che chiamano le mucche ed osservare questa vita così cadenzata, che raccoglie secoli di tradizioni ed insegnamenti.

Marmotte in Val Biandino
Marmotte in Val Biandino

5. Le marmotte

Ma veniamo al punto più importante per me, il mio preferito! Quando penso alla Val Biandino o mi preparo per andarci, mi immagino tipo in tenuta da safari: scarponcini, vestiti chiari color terra, cappellino rotondo, binocolo al collo e zaino mimetico. Sì perchè per me andare in Biandino significa passare ore ed ore appostata per vedere le marmotte!

L’orario migliore per vederle è al mattino presto e nel tardo pomeriggio, dopo che il sole è sceso. Allora si iniziano a sentire i fischi di questi animaletti bellissimi che vivono nelle loro comunità sotterranee. Stupendo!

Quando sento i fischi inzio a girarmi da tutte le parti ed a passare in rassegna ogni sasso o arbusto per capire dove si trova la marmotta. Appena la individuo trattengo il fiato per paura che il più piccolo rumore possa infastidirla e farla scappare.

Oppure mi apposto in un punto strategico, lontano dalle mucche e dai sentieri, vicino a qualche grosso sasso o alle foglie di cui si nutrono. E me ne sto lì zitta zitta a scandagliare per bene la zona con lo sguardo.

Sì, ti starai facendo qualche domanda sul mio stato mentale, ma tant’è. E pensa che fino a qualche anno fa consumavo rullini su rullini sperando di riuscire ad immortalare qualche marmotta. Il risultato? Scattavo foto all’impazzata, ma poi si vedevano solo erba e sassi, al più qualche macchia di colore confusa.

Ma con le macchine fotografiche digitali questo problema non c’è più ed, inoltre, prevedo di implementare a breve la mia attrezzatura. E, sì, di testarla per qualche giorno a caccia di marmotte in Biandino!

Lascia un commento